religione

DELRIO: POLITICI ASCOLTINO IL GRIDO DELLA TERRA E DEI POVERI  CARDINALE SCOLA: SAN FRANCESCO PADRE E MAESTRO

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

LA REGIONE LOMBARDIA HA DONATO L'OLIO CHE ALIMENTA LA LAMPADA POSTA A VEGLIA DEI RESTI MORTALI DI SAN FRANCESCO

Assisi festeggia san Francesco. Giornata ricca di umanità, legata a valori di pace e amore fraterno. Quest'anno è la Regione Lombardia a donare l’olio che alimenta la lampada posta a veglia dei resti mortali del Santo di Assisi. La delegazione è guidata dal governatore Roberto Maroni, dal Presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Raffaele Cattaneo e dal sindaco di Milano Giuliano Pisapia. A presiedere la celebrazione eucaristica di oggi nella Basilica Superiore di san Francesco, è l’Arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola. In rappresentanza del Governo Italiano ci sarà il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio.

IL SALUTO DEL PAPA

"Nel giorno di san Francesco di Assisi, patrono d'Italia, - ha detto il Papa all'Angelus - saluto con particolare affetto i pellegrini italiani!, In particolare i fedeli di Reggio Calabria, Bollate, Mozzanica, Castano Primo, Nule e Parabita. Saluto i ragazzi di Belvedere di Spinello e l'Associazione dei diritti dei pedoni di Roma e del Lazio. A tutti auguro una buona domenica. E, per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!".

 


IL SALUTO DEL MINISTRO DELRIO

E' una bellissima festa che il Parlamento ha voluto codificare con una legge, come giornata di fraternità, di pace di dialogo tra le culture. Ci ascoltano gli amici della Lombardia anche da Expo, dove il messaggio francescano di rispetto del creato è declinato sul tema del cibo. Da questo luogo viene il richiamo a un'ecologia integrale, come l'ha definita Papa Francesco, a tenere insieme cioè la dimensione dell'ambiente con la dimensione sociale. L'ambiente umano e l'ambiente naturale  e sociale si degradano e si salvano insieme. Noi responsabili politici dobbiamo avere le orecchie aperte al grido della terra e al grido dei poveri, questo è quello che ci chiede oggi Francesco mentre ci offre la sua benedizione. Dobbiamo avere cura delle nostre comunità, delle opere pubbliche, avere cura delle persone più semplici, delle persone più povere. Non lasciare indietro nessuno. Questo chiama ognuno di noi a una grande responsabilità, alla responsabilità di scelte politiche consapevoli e di stili di vita sobri e sostenibili. Chiama la responsabilità di fare le opere che sono utili alla comunità, di gestire con rigore e disciplina il denaro pubblico. Ci chiama a cancellare dal nostro orizzonte l'interesse personale e invece avere in primo luogo il bene comune, l'interesse dei nostri concittadini. Assisi è la seconda tappa del Giubileo verso cui cammineranno tanti pellegrini, e che devono trovare le infrastrutture e l'accoglienza a cui ci stiamo preparando.

La grande presenza di tante persone da tutti i luoghi del Mondo e a Expo, ci ha detto in questi mesi e ci dice ancora oggi che i cittadini vogliono incontrare e conoscere le diverse culture che abitano la Terra e che sentono forte, i nostri cittadini, il desiderio di conoscersi e di rispettarsi. Ci dice, anche il grande afflusso di persone, che guardiamo a un futuro che deve trovarci uniti, nord, sud e centro del Mondo. Diceva diversi giorni fa il presidente Einaudi che la Nazione esiste grazie a molte piccole società, allora la lotta e le preoccupazioni che abbiamo quotidiane, nelle nostre comunità, devono non toglierci la speranza e la fiducia, devono indurci ad avere più speranza e più fiducia. I piccoli gesti di solidarietà e di cura che ognuno di noi fa nella sua famiglia, nel suo piccolo quartiere, nella sua città, sono gesti che costruiscono la nostra nazione, sono gesti che edificano la nostra comunità.

Per questo dobbiamo essere chiamati tutti  a questa responsabilità, di costruire un paese più giusto, migliore. Di avere cura della nostra terra e del nostro popolo come Francesco ha avuto cura dei poveri e dell'ambiente. Siamo chiamati oggi qui a un rinnovamento, a un cambiamento e il cambiamento sempre provoca difficoltà, paura, ma sono sicuro che con la benedizione del nostro santo patrono, con l'azione di ognuno di noi nella sua giornata semplice e quotidiana, possiamo ricostruire legami nuovi, ricostruire quell'Italia forte e solidale che così tanto il Mondo chiede e che così tanto il Mondo ascolta, perchè l'Italia è la patria della bellezza e la patria dell'armonia e della cittadinanza del fatto che ognuno e tutti ci sentiamo a casa nostra.

Francesco continui a darci il suo sostegno e la sua preghiera, e ognuno di noi faccia il suo dovere troveremo allora un paese più unito e più forte e lasceremo ai nostri figli delle città più belle e più vivibili.




Omelia del cardinale Scola, Arcivescovo di Milano

Eminenze, Eccellenze, Reverendi Ministri generali e provinciali della famiglia francescana, Signor Ministro rappresentante del Governo, Presidente della Regione Lombardia, Signor Sindaco di Milano e Sindaci tutti, Autorità civili e militari, carissimi sacerdoti, consacrati/e, fratelli e sorelle in Cristo Gesù qui presenti o che ci seguite da lontano.

Ci siamo fatti pellegrini dalla Lombardia in terra di Assisi, insieme a tanti fedeli provenienti dall’Italia e dal mondo, sulle orme di san Francesco per accendere la lampada votiva al Santo Patrono d’Italia e guardare a lui come al nostro “padre e maestro”, come scrive Dante (Paradiso, XI, v. 85).

1. Non ci è difficile sentire il santo di Assisi vicino alla nostra esistenza di uomini di oggi, cosiddetti “postmoderni”. Il suo tempo presenta infatti significative analogie con il travaglio e la complessità della società plurale in cui la Provvidenza ci chiama a vivere. Epoca di grandi e profondi cambiamenti fu quella di san Francesco; cambiamenti di natura culturale, economica e sociale. Anche noi siamo testimoni di rivolgimenti vertiginosi e ormai tutti persuasi che un’epoca si è chiusa inesorabilmente. Molti fondamenti del vivere civile sono oggi messi in questione: è un dato di fatto. Penso al senso della vita e della morte, del matrimonio, della famiglia, dell’identità religiosa e culturale di una nazione, del rapporto con l’ambiente, della costruzione di un solido e durevole equilibrio tra pace, sviluppo e giustizia, ai processi migratori senza precedenti che stanno modificando la fisionomia geopolitica di tante parti del mondo.

Il percorso della modernità con le sue non poche contraddizioni, ma anche con le sue tante conquiste, sembra ormai giunto al capolinea.

Ed ora? Come stare di fronte all’inedito che ci aspetta?

2. San Francesco d’Assisi ha saputo affrontare con semplicità i profondi cambiamenti del proprio tempo. La sua insaziabile sete di infinito ha trovato pace solo nell’incontro con Cristo, riconosciuto presente nell’umiltà dell’Eucaristia, nella Parola di Dio ascoltata e spiegata dal sacerdote, nei poveri ed in particolare nella fraternitas – parola chiave della spiritualità del nostro Santo.

3. San Francesco è certamente uno dei “piccoli” (Mt 11,25) di cui parla Gesù nel vangelo odierno. Il Santo, ormai al termine della sua vita, ammette: “Mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi” (gli ultimi, i rifiutati del suo tempo) e testimonia: “il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia” tanto che quanto “mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d’animo e di corpo” (2Test 1-3).

L’ormai imminente Anno Santo straordinario della misericordia, voluto provvidenzialmente dal Santo Padre, illumina l’attualità di frate Francesco che passa dalla ripugnanza alla tenerezza e alla misericordia.

In questo tratto così peculiare della spiritualità dell’Assisiate vediamo anche un esempio efficace di quel nuovo umanesimo di cui tutti avvertiamo l’urgenza e su cui la Chiesa italiana rifletterà nel prossimo Convegno di Firenze. In questo tempo di travaglio, in cui tecnica e finanza rischiano di diventare gli arbitri indiscussi delle relazioni umane, Francesco d’Assisi, con la sua testimonianza di fraternitas evangelica, ci mostra che al centro della società deve esserci sempre la persona, affermata come bene in se stessa e nelle sue relazioni fondamentali, con gli altri, con il creato e con Dio.

4. La straordinaria capacità di incontro del santo di Assisi con persone di diverse culture, condizione sociale e religioni – si pensi al celeberrimo incontro con il Sultano – ne fa per noi un sicuro punto di riferimento per vivere con coraggio nella società plurale, nel tempo del meticciato di culture, promuovendo la vita buona per tutti.

Il Santo di Assisi fu promotore tra fazioni diverse e avverse di perdono e di riconciliazione, come documenta una strofa del celeberrimo cantico di Frate Sole: “Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo Tuo amore” (Cant 10).

5. «Il Signore mostri il Suo volto ed abbia di noi misericordia». Per questo siamo qui. La lampada che continuerà ad ardere presso la tomba del Poverello, grazie al dono dell’olio, sarà una preghiera continua. Per tutti. Amen.

Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.

Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA